Don Giovanni in carne e legno è la prima produzione di TAP Ensemble: uno spettacolo per attori in maschera e guarattelle napoletane, risultato di un’appassionante ricerca scenica condotta alla scoperta delle opportunità creative che nascono dal dialogo tra i burattini tipici della tradizione napoletana (le guarattelle, appunto) e le maschere della Commedia dell’Arte.

Dal primo e inevitabile atto del guardarsi, misurarsi e “annusarsi”, gli attori e i burattini, fra stupore e scoperta, arrivano a imitarsi, quindi a riconoscersi e infine a superarsi l’un l’altro. Muovendosi in scena essi invadono gli spazi reciprocamente loro assegnati dalla tradizione, colmando così l’antica distanza fra il teatro “alto” dei comici in carne e ossa e il teatro “altro” dei girovaghi di piazze e mercati.

Ormai morto nella carne, il mito di Don Giovanni risorge così nel legno dal suo castigo eterno, per perpetuare quel medesimo desiderio di conquista e di libertà terrene che lo trascinerà invece nuovamente agli inferi. Il fantasma si muove sulla scena nel suo rosso mantello, in un susseguirsi vibrante di quadri in cui l’impertinenza del burattinaio si mescola con l’inventiva grottesca delle maschere. I modi sono quelli della Commedia dell’Arte, del teatro popolare, delle sagre, delle processioni e dei riti locali, che danno al mito del dissoluto nobiluomo un senso nuovo di materia terrena: il sapore sincero e sagace del racconto popolare. …come la pelle di pollo nella minestra quando ormai tutti ci mettono il dado!

Volendo mantenere forte il legame con il territorio e con la tradizione abbiamo scelto i migliori materiali e i più bravi artigiani. A dare il sangue al legno delle guarattelle ci ha pensato Brina Babini, che ha scolpito anche il volto di Don Giovanni e ha realizzato il teatrino nel quale agiscono i burattini.
La carne delle maschere è invece opera di Andrea Cavarra, che ha appreso l’arte di piegare il cuoio dal più bravo dei maestri mascherai: Stefano Perocco.
Le loro creazioni sono esse stesse opere d’arte e hanno impresso al nostro lavoro il loro marchio di vitale energia.

Alla materia serviva dunque un’anima, così a soffiare l’alito vitale sono venute le musiche di Andrea Mazzacavallo: irriverenti e giocose, burbere e irrispettose come i testi delle sue canzoni.
Una mano doveva infine comporre l’amalgama. Serviva un alchimista esperto, che avesse dalla sua un naso rosso che facesse ridere e un po’ di capelli bianchi per consigliarci saggiamente. Per dirigere i lavori abbiamo scelto così Ted Keijser, cresciuto alla scuola della strada e poi a quella di Lecoq e poi ancora a quella del circo e del mondo e oggi maestro a sua volta e guida esperta.

Il nostro Don Giovanni è nato sulle colline dell’entroterra romagnolo, dentro le spesse mura della rocca malatestiana di Montefiore Conca, che ospita anche un bellissimo teatrino di corte. Quando si lavora in certi posti capitano cose strane, e una sera a cena è capitato che il nostro vicino sia entrato in sala senza dire niente e abbia srotolato davanti a noi i tre rotoli che teneva sotto braccio. Il nostro vicino è Umberto Giovannini, e i rotoli erano le bozze della locandina per il nostro spettacolo che Umberto aveva preparato a nostra insaputa.
Umberto è venuto alle prove, ha parlato con noi, ha voluto capire. Poi si è ritirato nel suo laboratorio e… quando è tornato da noi abbiamo potuto solo ringraziarlo di cuore.

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